Da dove viene l’acqua del rubinetto di Milano

Il percorso dalla falda alle
nostre case è complesso, ma ben monitorato: questo permette a Milano di avere
una delle acque più buone d'Italia
di Mariachiara Riva
MILANO e l’acqua
Il 12 settembre, in
occasione del primo giorno di scuola, il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è
presentato insieme al cantante Marco Mengoni alla scuola elementare Antonio Scarpa
in zona Città Studi, a nordest del centro città. Sala ha distribuito borracce
in alluminio a sessanta studenti di prima elementare, nell’ambito di
un’iniziativa del Comune che ha coinvolto 100mila alunni delle scuole
elementari e medie e che ha avuto l’obiettivo di ridurre il consumo della
plastica.
L’iniziativa, realizzata in
collaborazione con le due società che si occupano della gestione dell’acqua
pubblica di Milano, ha avuto anche lo scopo di promuovere il consumo di acqua
del rubinetto, che a Milano è particolarmente sicura e buona da bere
La qualità dell’acqua di
Milano è garantita dal complesso processo di elaborazione che la porta dal
sottosuolo alle nostre case. Il processo è realizzato da MM Spa, la società
municipale che gestisce la rete idrica e si occupa di realizzare controlli e
analisi sull’acqua, e una delle due società che hanno appoggiato l’iniziativa
del sindaco Sala nelle scuole comunali.
Il direttore della divisione
Servizio Idrico di MM Spa, Andrea Aliscioni, ha spiegato al Post che
«MM è dotata di un modello di gestione, il Water Safety Plan, che garantisce la
qualità delle acque distribuite grazie ad un sistema di controllo integrato»:
con questo sistema, le analisi di laboratorio sono integrate a strumenti di
controllo continuo on line, che si trovano sia nelle centrali di trattamento e
distribuzione sia lungo la rete di distribuzione.
L’acqua milanese non
proviene da fiumi o laghi, ma dalle falde acquifere. Nel sottosuolo di Milano
ci sono strati permeabili dove si trovano le falde, separati da strati
impermeabili costituiti da argille. Aliscioni ha detto: «La falda sotterranea
di Milano […] è naturalmente protetta dal punto di vista microbiologico e
pertanto i trattamenti che subisce prima dell’immissione nella rete
acquedottistica […] sono minimali e caratterizzati da bassi dosaggi di prodotti
chimici disinfettanti», come il cloro. Le acque sommerse si trovano a tre
diversi livelli di profondità, noti come acquiferi.
Il primo e il secondo
livello acquifero, che vanno dagli 0 ai 100 metri di profondità, sono quelli
che storicamente vengono sfruttati, vista la maggiore permeabilità, e sono
chiamati livello acquifero tradizionale. Al contrario, è difficile sfruttare
l’acqua del terzo livello acquifero, che si spinge fino a oltre 200 metri nel
sottosuolo. Negli ultimi anni sono sorti problemi a causa dell’innalzamento
dell’acqua di falda, per esempio allagamenti delle linee metropolitane: questi
problemi sono stati causati dall’aumento delle piogge, che ha fatto aumentare
la quantità d’acqua che defluisce nella falda, e dalla forte antropizzazione
del sottosuolo (con la costruzione di strutture sotterranee per il trasporto e
gli edifici), che ha creato sbarramenti nei canali sotterranei naturali.
A Milano l’acqua viene
captata per mezzo di 587 pozzi, che sono controllati dalle 29 centrali
dell’acqua della città, costruite nel corso del secolo scorso. Se
i pozzi sono contaminati, come può capitare in zone fortemente abitate, l’acqua,
una volta arrivata negli impianti, viene sottoposta a processi di
potabilizzazione.
L’acqua è tenuta sotto
controllo costante dai laboratori di MM Spa e dell’Agenzia di Tutela della
Salute, i quali fanno ogni anno decine di migliaia di campionamenti in tre
diversi punti della rete idrica.
Una volta superati i test di
controllo, l’acqua è pronta per essere distribuita: Milano ha una rete di
distribuzione che si estende per ben 2228 chilometri di tubature, poste a un
metro e mezzo sotto il piano stradale e realizzate in acciaio o in ghisa.
Grazie alle tubature, l’acqua viene portata dalle condotte dell’acquedotto a
oltre 50mila utenze; ogni palazzo ha un sistema di distribuzione interna che
porta l’acqua a ogni appartamento. Tramite questo sistema, solo nel corso del
2018, a Milano sono stati distribuiti 217,6 milioni di metri cubi d’acqua.
L’acqua del rubinetto offre
diversi vantaggi rispetto a quella imbottigliata. Dal punto di vista della
sicurezza, l’acqua di falda è già parzialmente potabile al momento
dell’estrazione, dato che viene depurata naturalmente quando passa attraverso
gli strati permeabili del terreno, Inoltre, il suo livello rimane inalterato
nei momenti di siccità ed è protetta da eventuali agenti inquinanti.
Un maggiore utilizzo di acqua
del rubinetto ha anche diversi vantaggi ambientali, tra cui un minore utilizzo
di plastica usa e getta, difficile da riciclare e inquinante da realizzare.
Secondo le stime del Comune,
ha detto il sindaco Sala, l’iniziativa delle borracce consegnate agli studenti
porterà a usare 30 milioni di bottiglie di plastica in meno all’anno. I
vantaggi sono anche economici, dato che l’acqua pubblica milanese ha un costo
massimo di 80 centesimi di euro per 1000 litri, uno dei più bassi d’Italia,
grazie a una gestione efficiente di tutta la rete idrica.
Il sistema idrico milanese
non è privo di problemi: le perdite di acqua sono un danno sotto diversi punti
di vista, che vanno da quello ambientale a quello economico ed energetico.
Tuttavia, anche in questo
Milano si dimostra essere uno dei centri più virtuosi d’Italia: le perdite
della rete idrica milanese sono appena di 11,5 litri ogni 100 litri d’acqua, a
fronte di una media nazionale di 39 litri d’acqua persi su 100. Le perdite sono
limitate soprattutto grazie alle costanti campagne di ricerca condotte da MM
Spa attraverso varie tecnologie che sfruttano sistemi acustici, fibre ottiche e
telerilevamento satellitare.
Iniziative come quella delle
borracce sono realizzate per educare i cittadini alle buone pratiche e per
abituarli a un uso sempre maggiore dell’acqua pubblica, e si inseriscono in un
contesto di progetti simili portati avanti da diverse istituzioni, enti locali,
università e aziende.
Questo e gli altri articoli
della sezione Milano e l’acqua sono un progetto del
corso di giornalismo 2019 del Post alla scuola Belleville, pensato e completato
dagli studenti del corso.
di Mariachiara Riva
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