Anniversario della morte Manfredo Pareto Swift, il ricordo

«Mercoledì 9 giugno alle 18.30 si terrà una messa in suffragio per il decennale della scomparsa di Manfredo Pareto Swift»
«La messa sarà alle 18.30 presso la chiesa di Santa Maria al Paradiso in corso di Porta Vigentina, metropolitana 3 fermata crocetta»

Manfredo Pareto Swift nasce a Roma nel 1940, frequenta una scuola devastata alla fine della guerra dove per studiare si facevano i tripli turni e con le bande di teppisti che rubavano perfino le merendine agli studenti. Dal nonno e dalla madre deriva il grande amore per gli studi classici: raccontava che per la sua comunione il nonno gli regalò uno strano foglio scritto in caratteri mai visti e gli disse che esso conteneva una grande verità e che se avesse fatto il liceo classico l’avrebbe potuta capire. Egli accettò la sfida e quando riuscì a tradurre quel testo ne comprese la forza universale: era il discorso sulla nascita della tirannide di Aristotele.
Era solito dire che l’uomo doveva trovare prima di tutto se stesso, i suoi ideali e poi combattere per essi; riteneva che due fossero le pietre angolari di una società: la famiglia e la scuola. I genitori avevano secondo lui il compito di aiutare i figli a trovare la loro personalità, a scoprire i loro interessi, gli insegnanti dovevano indirizzare le giovani menti alla ricerca, alla curiosità del sapere, alla convivenza civile. Il compito più difficile per un genitore o per un insegnante era trovare la parola in grado di correggere senza offendere la personalità dei giovani. Diceva che la vera ricchezza di una società è la scuola come palestra di ideali civili in cui si possono accettare tutte le religioni, tutte le culture, tutte le ideologie, purché non fanatiche o settarie. Amava ridere e scherzare con studenti, colleghi ed amici. Per molti è stato un esempio di serietà e di impegno nel proprio lavoro.

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