Nostalgia del Parlamento, se ci fosse Marco Pannella
Qui si decide la privazione delle libertà
personali – certo per un sacrosanto principio di tutela della salute – con una fonte secondaria. L’Italia
non è la Francia la quale in Costituzione prevede lo
stato d’emergenza. Da noi una cosa così è prevista solo in caso di guerra.Se
MArco Giacinto Pannella fosse ancora dei nostri avrebbe scatenato il diavolo a
quattro
Spesso e volentieri capita
di domandarsi “ma se ci fosse oggi Marco Pannella?” . Ma quanto ci manca.
Quanto manca a questa nazione una figura istrionica capace di esser il
fustigatore e la coscienza critica di un popolo. Perché con Pannella potevi
essere in accordo o in disaccordo, ma ringraziavi il Cielo che ci fosse perché
ti obbligava a fermarti e riflettere.
Ma perché manca tanto un
Pannella in epoca di Coronavirus? Manca perché qui, in queste giornate, si
dà per scontato uno svilimento della Costituzione e del Parlamento che il
nostro non avrebbe mai accettato. Avrebbe sicuramente fatto fuoco e fiamme di
fronte all’uso improprio e probabilmente incostituzionale dei Decreti del
Presidente del Consiglio. Occhio: non avrebbe messo in discussione la natura
dei provvedimenti, ma la forma quello sì. Sarebbe forse partito da
Maranini e la sua denuncia della partitocrazia per arrivare a Rosselli, Ernesto
Rossi e Altiero Spinelli ma al punto sarebbe andato. E avrebbe colpito
probabilmente pesante. Perché per lui la Costituzione era sacra. Il Parlamento
era sacro (grazie a Dio che esiste Radio Radicale e il loro grande lavoro
quotidiano) e non avrebbe accettato questo svilimento delle Istituzioni.
Un Premier che agisce a
botte di propri decreti che non passano il vaglio né del Parlamento né del
Presidente della Repubblica in una Repubblica parlamentare è cosa che non si
può più tollerare neppure in emergenza. I Presidenti della Repubblica richiamarono
in passato l’uso improprio e abnorme del decreto legge. Giustissimo. Ma
vivaddio si usasse almeno il decreto legge che prevede entro 90 giorni la
conversione in legge.
Qui si decide la privazione
delle libertà personali – certo per un sacrosanto principio di tutela della
salute – con una fonte secondaria. L’Italia non è la Francia la quale in
Costituzione prevede lo stato d’emergenza. Da noi una cosa così è prevista solo
in caso di guerra (e il vecchio Franz Cossiga da uomo del
Colle pose questioni sulla catena di comando al Governo Craxi). Roba che se ci
fosse un Pannella (ma anche un normale difensore dei diritti civili) avrebbe
già fatto ricorso d’urgenza alla Consulta (occhio la Presidente è malata ma
continua tranquillamente a lavorare da casa).Rispetto al Parlamento avrebbe poi
fatto – sempre probabilmente- le barricate. Chi ha almeno quarant’anni
si ricorda sicuramente gli “autoconvocati del Parlamento” , cosa che avvenne
nel 1992. Chi lo propose? Lui, Marco Giacinto Pannella. Lo faceva perché gli andava
di difendere uomini e donne che sino al giorno prima aveva accusato di essere
partitocratici (se andava bene) oppure ladri? No. Difendeva la centralità del
Parlamento a fronte dell’attacco della Magistratura (un conto è
indagare, un conto invadere i campi). E lo faceva da deputato.
Se oggi fosse membro della
Camera o del Senato farebbe probabilmente un disordine dei suoi per avere il
Parlamento convocato in seduta continua per fare l’autentico “cane da guardia”
del Governo. Perché Marco Giacinto sapeva bene che è in periodi come
questi che si possono innestare germi pericolosi, tanto quanto il
coronavirus (a questo proposito leggi qui). Germi capaci di attaccare le
fondamenta della nostra Costituzione. Certo tutto per un principio assoluto, ma
sui principi costituzionali non si scherza. Tanto quanto la difesa della
salute.
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