Indagine Pio Albergo Trivulzio, Gdf negli uffici della Regione Lombardia


Si cercano le carte sulla Direttiva Lombardia. Ieri per 17 ore le Fiamme Gialle hanno acquisito e sequestrato documenti nella "Baggina" nell'ambito delle indagini sui tanti ospiti morti per Covid-19



Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano sta effettuando delle acquisizioni di documenti negli uffici della Regione Lombardia nell’inchiesta in più filoni che vede al centro il Pio Albergo Trivulzio e altre Rsa milanesi per la gestione di ospiti anziani e pazienti nell’emergenza Coronavirus.
Lo apprende l’ANSA.
L’acquisizione di documenti, in corso da parte della Gdf negli uffici della Regione Lombardia, punta, da quanto si è saputo, a raccogliere atti e altro materiale sulle direttive che l’amministrazione regionale e l’assessorato al Welfare hanno dato al Pio Albergo Trivulzio e alle rsa sulla gestione degli anziani e dei pazienti. L’attività è diretta conseguenza di quella effettuata ieri al Trivulzio e poi le carte raccolte dovranno essere sottoposte alle verifiche incrociate degli investigatori.
Ieri è andata avanti fino a notte fonda l’attività della Gdf negli uffici della “Baggina” per acquisire e sequestrare documenti, tra cui centinaia di cartelle cliniche, sulla base di un decreto a carico del dg Giuseppe Calicchio e dell’ente, firmato dai pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, che indagano sulla gestione di ospiti anziani e pazienti e su presunte irregolarità che avrebbero favorito il contagio da Coronavirus. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno, dunque, lavorato ieri per quasi 17 ore per acquisire materiale utile, tra cui anche le direttive ricevute dalla struttura e inviate dalla Regione e le comunicazioni anche informatiche. Ora gli investigatori dovranno iniziare a visionare tutti i documenti, tra cui anche quelli sui tamponi, scarsi così come le mascherine, per un’analisi che potrà durare anche alcune settimane. Intanto, nelle altre indagini sulla strage di anziani nelle case di riposo milanesi, alcune di queste già oggetto di perquisizioni, sono stati iscritti i vertici nel registro degli indagati.
La strage silenziosa negli istituti per anziani continua a non risparmiare nemmeno le altre province lombarde e indagini e blitz si moltiplicano. Solo nei primi giorni di aprile i carabinieri del Nas di Brescia hanno effettuato una quindicina di ispezioni nelle case di riposo bergamasche, mentre il Nas di Milano oggi è entrato in quelle milanesi, ma anche delle province di Como, Varese e Monza. Nel frattempo, anche la Procura di Sondrio ha aperto un’indagine per epidemia colposa sulle morti nelle Rsa e indagano anche le Procure di Como, Lecco e Lodi. E un fascicolo conoscitivo è stato aperto anche a Cremona con un pool che si occuperà non solo degli aspetti sanitari ma anche quelli economici. C’è da dire, poi, che il dramma non riguarda solo la Lombardia, con inchieste in corso anche in altre regioni, come in Abruzzo, a Sulmona (l’Aquila), sui contagi in una casa di riposo.

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