Scuola, allarme Save the Children: 34mila studenti a rischio abbandono scolastico
Quello della scuola è uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia da Coronavirus. E mentre la riapertura delle scuole slitta, per ora, all'11 gennaio, Save the Children dà voce agli adolescenti, "gli studenti inascoltati nella crisi", presentando i risultati della nuova indagine dal titolo 'I giovani ai tempi del Coronavirus". Lo studio, condotto da Ipsos per l'Organizzazione, analizza opinioni, stati d’animo e aspettative di studenti tra i 14 e i 18 anni dipingendo un complicato e delicato quadro sul mondo della scuola e chi ne fa parte.
Per Save the Children
l'impatto prodotto sui ragazzi dalla chiusura delle scuole "è ancora
gravemente sottovalutato". "Servono ristori" anche per più
giovani, e che la politica "sia all’altezza delle loro aspettative",
utilizzando le risorse del Next Generation UE - come gli stessi ragazzi
indicano - prioritariamente per il loro futuro.
Alla incerta vigilia della
ripresa, gli adolescenti tracciano un bilancio dei mesi di didattica a distanza
che ha coinvolto oltre due milioni e mezzo di ragazze e ragazzi delle
scuole superiori di secondo grado.
4 su 10 bocciano la Dad
Quattro ragazzi su 10, il
38%, bocciano l'esperienza della didattica a distanza: la principale
difficoltà è rappresentata dalla fatica a concentrarsi per seguire le lezioni
online (citata da quasi un ragazzo su 2, il 45%) e dai problemi tecnici dovuti
alla connessione internet/copertura di rete propria o dei docenti (41 e 40%
rispettivamente); seguono i problemi tecnici dovuti alla scarsa
digitalizzazione dei docenti e la noia (33% ciascuno).
Il rischio di dispersione
scolastica
È un quadro critico quello
che emerge dagli studenti e che fa suonare un campanello d’allarme sul rischio
di dispersione scolastica per "almeno 34mila studenti delle
superiori". Il 28% degli studenti dichiara infatti che almeno un loro
compagno di classe dal lockdown di questa primavera ad oggi avrebbe smesso di
frequentare le lezioni, tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più
di 3 i ragazzi che non partecipano più alle lezioni.
Il 35% si sente più
impreparato
Difficoltà che sembrerebbero
avere un duro impatto nella loro preparazione scolastica: più di uno
studente su tre (35%) si sente più impreparato di quando andava a scuola in
presenza e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso.
Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere avuto ripercussioni
negative sulla capacità di studiare (37%). Gli adolescenti dicono di sentirsi
stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), irritabili (16%), ansiosi
(15%), disorientati (14%), nervosi (14%), apatici (13%), scoraggiati (13%), in
un caleidoscopio di sensazioni negative di cui parlano prevalentemente con la
famiglia (59%) e gli amici (38%), ma che per più di 1 su 5 rimangono un pesante
fardello da tenersi dentro, senza condividerlo con nessuno (22%).
"Un anno sprecato"
Un "anno sprecato"
per quasi un adolescente su due (46%), che, in ogni caso, nella
costrizione di vivere in un mondo di incontri solo virtuali, ha fatto
riscoprire a molti il valore della relazione "dal vivo" con i
coetanei: anche se quasi un quarto degli adolescenti (23%) dichiara che, in
questo anno di pandemia, ha capito che uscire non è poi così importante e che
si possono mantenere le relazioni anche on line. Per contro, l`85% dei
ragazzi intervistati afferma invece di aver capito quanto sia importante
uscire con gli amici, andare fuori e relazionarsi "in presenza". In
un'età di cambiamento come quella dell'adolescenza, il tema delle relazioni
personali è fondamentale e tra le "privazioni" che i ragazzi hanno
sofferto di più, anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali
importanti per la loro età (63%).
2 su 10 hanno un dispositivo
condiviso
Guardando alle dotazioni dei
ragazzi, quasi 2 adolescenti su 10 (18%) dichiarano di aver a
disposizione un dispositivo condiviso con altri e quasi uno su 10 (8%) si trova
a frequentare le lezioni in una stanza con altre persone. Più di 7 ragazzi su
10 (72%) ritengono che con la Dad sia più difficile imparare cose nuove e
socializzare con i compagni. Uno su 2 (51%) ritiene infine che sia più
difficile rispettare il programma scolastico. Non vi è accordo per quel che
riguarda il confronto distanza/presenza sulla difficoltà di sostenere una
interrogazione orale: il campione risulta più o meno equamente distribuito fra
coloro che ritengono che con la Dad sia più facile/più difficile/uguale
rispetto alla didattica in aula.
Il futuro incerto
Guardando al futuro, solo
uno su 4 pensa che "tornerà tutto come prima" (26%) e la
stessa percentuale ritiene che "continueremo ad avere paura", mentre
il 43% vede l`esperienza che sta vivendo come uno spartiacque che sdogana,
anche dopo il vaccino, il fatto che "staremo comunque insieme in modo
diverso, più online" (43%).
I giovani e la gestione
dell'emergenza
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