SALA-VERDI, E' UN DIKTAT?
Intervista con Alexandra
Geese
Secondo un articolo di
Francesco Floris pubblicato da True-News.it. l'accordo
elettorale tra Verdi e Beppe Sala sarebbe un «diktat» imposto dai Green europei
scavalcando ogni questione di merito milanese. Possibile? La regista
dell'operazione sarebbe stata l'eurodeputata tedesca Alexandra Geese, vissuta a
lungo a Milano. L'abbiamo intervistata. E la sua risposta è no.
Sono vere le notizie di TRUE-NEWS ?
E’ vero che i Verdi di
Milano si sono alleati con Sala-sindaco pressati dal «diktat» tedesco dell’
europarlamentare Alexandra Geese? E che l’accordo è stato siglato non sulle
questioni di merito che riguardano la città ma invece in funzione dell’appoggio
elettorale che i Green incasseranno alle prossime elezioni europee?
E’ quanto dà da intendere
Francesco Floris (collega solitamente acuto e ben informato), nel brano che qui
sotto riportiamo. Il titolo dell’articolo, pubblicato il 14 dicembre sul sito
diretto da Fabio Massa, è Un boccone ecologista. Così Beppe Sala si è mangiato i Verdi
À la carte:
«[...] Beppe Sala si
muove anche a livello internazionale. Di chi è uno dei primi tweet di
congratulazioni per la sua ricandidatura? I “migliori auguri” a nemmeno tre ore
dall’annuncio sono arrivati via Twitter da Alexandra Geese:
europarlamentare tedesca, che parla perfettamente l’italiano e intrattiene
rapporti con il mondo politico e accademico della penisola, pezzo da novanta
dei Die Grünen teutonici, i Verdi in Germania. Il suo tweet è un messaggio
molto chiaro. E infatti le pressioni, o meglio, il diktat, per accoppiarsi con
il centrosinistra a Milano arrivano proprio dalla Federazione europea – che
tanto federale, in effetti, non si dimostra. Il motivo? I Verdi in Europa sono
ormai una potenza in termini di consenso e di macchina
mediatico-propagandistica. Terzo gruppo politico a Bruxelles e Strasburgo dopo
le scorse elezioni comunitarie. Diventati il quarto con la Brexit e la
fuoriuscita del nutrito gruppo dei britannici. C’è da rimpinguare le truppe. Il
nord e la mittel Europa sono, per ora, saturi. Prendono già tanti voti. Le uniche
assenti fra le grandi nazioni sono le mediterranee Italia e Spagna. Soluzione?
Appoggiare il centrosinistra, anche alle amministrative venture, per poi
passare all’incasso in futuro e rafforzarsi»
Ritenendo gravi i retroscena
rivelati da Floris, abbiamo fatto la prima cosa da fare: abbiamo scritto ad
Alexandra Geese, presunta regista dell’operazione, e a lei abbiamo chiesto di
confermare o smentire. Abbiamo atteso qualche giorno, come concordato, una mail
di risposta. Poi ci siamo sentiti per telefono e quindi diamo conto del dialogo
- che contiene le risposte alle domande inviate per lettera - in forma di
intervista:
Deputata Geese, l’articolo
parla di «pressioni» e di «diktat», dice il vero?
No, no. I Verdi italiani
sono un partito autonomo che fa quello che vuole. Non c’è e non c’è stato
nessun «diktat», il termine è del tutto improprio. Anche «pressioni» non è
corretto ed è fuorviante riferirlo a me: mai avuta un’intenzione del genere.
Lei però conosce bene
l’Italia, la politica italiana, i Verdi nazionali e i Verdi milanesi. E conosce
Beppe Sala. Per True-News il suo ruolo non si limita a Twitter ed è plausibile
che in una elezione così cruciale per l’ambientalismo italiano quale è quella di
Milano, la sua figura politica possa fare da ponte con l’Europa, dove il peso
politico del partito Verde è ben maggiore che in Italia.
Nessun problema a parlarne
ma usciamo subito dall’equivoco: io non ho avuto né ho alcun ruolo o incarico
in tema da parte dei Verdi Europei. Non ho nemmeno una qualsivoglia competenza
formale nella gerarchia del partito verde europeo. Molto più semplicemente sono
una parlamentare dei verdi tedeschi che ha vissuto in passato a Milano, e che
giudica positivamente il cammino fatto dal sindaco Sala verso politiche e
pratiche di sostenibilità ambientale. Le faccio l’esempio più banale, ma
indicativo: ho abitato in città fino al 1999 e poi l’ho frequentata fino al
2009, sono tornata a settembre dell’anno scorso e mi sembrava un altro pianeta.
Nella sensibilità comune, intendo. Le famiglie in bicicletta! Io giravo in bici
negli anni ‘90 e mi davano della pazza: non lo faceva nessuno. Sono stata anche
a Roma, la differenza è enorme. Direi scandalosa, senza alcuna valenza offensiva:
ma colpisce.
Più nello specifico, il suo
rapporto politico con Beppe Sala come è nato e come si è sviluppato nell’ultimo
periodo?
Nell’aprile dell’anno scorso
avevo lanciato, con due colleghi europarlamentari, una iniziativa di
solidarietà italo-tedesca: l’idea degli Eurobond di aiuto ai primi paesi
colpiti dal Coronavirus, e dunque l’Italia, allora l’Italia del nord in
particolare, erano fra i target principali dell’operazione. La cosa era
condivisa e spinta insieme ai verdi milanesi (conosco bene Elena Grandi) ma
piacque anche al sindaco. Il mio rapporto politico con Beppe Sala nasce da lì e
dal suo essere divenuto vicepresidente della C40, l'alleanza delle principali
città del mondo e capo, in quell’ambito, della task-force per fronteggiare, in
modo sostenibile, l’emergenza economica indotta dalla pandemia. Tenga anche
presente che io sono una europarlamentare di Bonn dove nel 2020 abbiamo eletto
Katja Dörner sindaco, un sindaco verde e una mia cara amica. Quando Sala ha
iniziato a parlare di “fase 2” cioè di ulteriore svolta green in un secondo
mandato, con obiettivi diversi da quelli perseguiti prima
(l’internazionalizzazione, Milano città aperta...) mi ha chiamato e ci siamo
parlati. A me è sembrato che il discorso fosse interessante e siccome Sala
voleva capire cosa ne pensassero i Verdi dell'Europarlamento, ho fatto da
tramite con i vertici dei TheGreen/Efa. Da quel punto in poi, però,
attenzione, i colloqui hanno coinvolto i Verdi italiani, come è naturale perché
i Verdi sono una sola grande famiglia, per cui non c’è stato uno scavalcamento
del livello locale: i Verdi italiani, tramite la Grandi che è portavoce
nazionale, hanno chiesto ai milanesi come la vedevano loro e a portare avanti
il discorso sono poi stati i milanesi. Il percorso politico a me pare corretto.
L’alleanza Verdi-Sala è
stata tuttavia siglata senza alcuna trattativa programmatica su temi specifici,
e ce ne sono di importantissimi. La cosa è uscita come annuncio dello stesso
Sala. Valutato che proprio fra Beppe Sala ed Elena Grandi c’era stato, in
occasione della manifestazione di protesta per l’abbattimento degli alberi di
via Bassini, uno scontro politico durissimo, una pace così frettolosa ha
sorpreso non poco. Lei non è sorpresa?
Guardi, io non seguo più lo
specifico milanese, quindi non posso entrare e non sono entrata nei miei
colloqui con Sala su questioni particolari. Sinceramente, però, se vuole una
mia opinione generale io credo che sarebbe una follia perdersi l’occasione di
un sindaco che in ogni caso è ritenuto essere uomo capace di organizzazione e
di governo, nel momento in cui annuncia, in apertura di campagna elettorale, di
voler mettersi al servizio della causa verde. Occorrerà certo, come sempre in
politica, andarci cauti e vigili: va ovviamente assicurato che non sia
“Greenwashing”, ma di fronte a un candidato forte, che dice, come ha detto a
me, che ritiene essenziale l’expertise dei Verdi e ne fa un punto di forza,
be’... mettersi a fare una opposizione contro questo, a me sembra follia. Il
meglio è nemico del buono: non possiamo cambiare il mondo facendo opposizione a
quelli che comunque ci provano... Non metto in dubbio il fatto che ci possano
essere state delle vicende passate (che sinceramente non conosco) giudicate
negativamente dall'ambientalismo milanese o da parti di esso. Ma ora bisogna
guardare al futuro, in una situazione che la pandemia in corso rende nuova,
drammaticamente nuova, per tutti.
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